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Prendersi cura di sé come genitore: perché il tuo benessere è essenziale.

  • Immagine del redattore: Martina
    Martina
  • 23 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Ci sono alcune cose fondamentali che ogni genitore dovrebbe sapere nel crescere i propri figli - e nessuna richiede una laurea in psicologia.


1. Comprendere cosa è tipico nella fase di crescita in cui si trova tuo figlio o tua figlia.

Capire in che fase dello sviluppo si trova tuo figlio o tua figlia ti aiuta a mettere le cose in prospettiva, e a respirare un po’.

Alcuni comportamenti possono sembrare intensi o rivolti personalmente a noi, ma sono del tutto normali per la fase in cui si trovano:

  • Rifiutare una banana perché non è tagliata “nel modo giusto”

  • Piangere o andare in crisi quando è ora di uscire, anche se la destinazione è un posto piacevole o divertente

  • Non voler fare il bagno, lavarsi i denti o mettere i calzini

  • Lamentarsi per dover fare i compiti, o per i limiti di tempo davanti allo schermo senza preoccuparsi delle conseguenze

  • Lamentarsi continuamente di cibo, vestiti o faccende di casa... come se tutto fosse ingiusto

  • Essere emotivamente sopraffatti da eventi come perdere a un gioco do carte, o non essere invitati ad una festa

Questi segnali non indicano che qualcosa non va nel tuo bambino o bambina, e né che tu stia fallendo come genitore. Sono segnali di un sistema nervoso in crescita, del bisogno di autonomia e della sfida di imparare a regolare le emozioni (una sfida che, diciamolo, anche molti adulti affrontano ancora).

Capire questi momenti per quello che sono ci aiuta a restare ancorati.

Ricorda: tua figlia, o tuo figlio, non sono problematici. E tu non stai fallendo.


2. Tieni qualche strumento creativo a portata di mano.

Alcune delle strategie più efficaci nella genitorialità sono anche le più semplici. Quando ci approcciamo ai nostri figli con creatività (non intesa come espressione artistica, ma come flessibilità di pensiero e ragionamento, trovando soluzioni che funzionano per noi), spesso evitiamo conflitti di potere e portiamo più leggerezza nel momento presente.

Ecco qualche esempio:

  • Dillo cantando: invece di continuare con il disco rotto "Ti sei messa i calzini?" e entrare in una lotta di potere, inventa una canzone divertente sui calzini. Alleggerirà la routine della mattina, e sarà molto più efficace nel creare partecipazione attiva e rendere il tutto un gioco di squadra

  • Non cambiare il limite, ma offri due opzioni: “So che vuoi restare al parco, ma è ora di andare. Vuoi saltellare fino alla macchina come un coniglietto, o camminare furtivamente come uno spia?”

  • Usa la tua immaginazione per supportare i momenti di transizione: invece di “Adesso lavati i denti”, prova con: “Vediamo se un supereroe può lavarli più velocemente di un drago!”

  • Usa l'umorismo per smorzare: quando tuo figlio di 12 anni brontola perchè gli chiedi di mettere i piatti nella lavastoviglie, rispondi in tono drammatico: “Ahimè! L’Oscuro Compito dei Piatti Sudici! Solo i più coraggiosi sopravviveranno!”

  • Connessione prima della correzione: se tua figlia di 15 anni si chiude in camera sua e chiude la porta sbattendo, aspetta un momento, poi bussa e chiedi: “Vuoi dirmi cosa ti fa sentire così arrabbiata? Sono qui fuori, se vuoi.”

Non sono solo “trucchi”: sono modi per favorire la collaborazione dei bambini mantenendo la connessione. Ci aiutano a uscire dai meccanismi di urlare, minacciare o negoziare in modo estenuante.


3. La cosa più importante: prendersi cura di sé come genitore.

I primi due punti sono potenti, ma c’è qualcosa di ancora più importante: come stai tu.

Puoi conoscere tutte le strategie del mondo e sentirti comunque bloccato. Puoi sapere esattamente di cosa ha bisogno tuo figlio o tua figlia, e sentirti comunque esausta, frustrata o disconnessa.

Ecco le domande che contano davvero:

  • Come ti senti nel tuo rapporto con tuo figlio o figlia?

  • Corri da un compito all’altro senza mai un momento per respirare?

  • Porti con te stress, senso di colpa o un senso di sopraffazione?

  • Stai vivendo la genitorialità partendo da uno spazio di connessione o di esaurimento?


Una verità fondamentale:

Quando ti senti riposata, in equilibrio con te stessa e centrata, tutto cambia. Non perché i comportamento dei bambini magicamente spariscano, ma perché la tua capacità di gestire determinate situazioni migliora.

Prendersi cura di sé come genitore non è un lusso, è la base di tutto.

Ascoltarsi, comprendere le proprie reazioni, mettere limiti, dire no quando serve, riposare quando sei esausto… Non si tratta di vincere il premio di “Genitore dell’Anno”. Si tratta di sentirsi bene nella propria vita, così da poter davvero godere del rapporto con i nostri figli e figlie.

Perché sì, è vero che loro meritano di sicuri e connessi - ma anche noi meritiamo la stessa cosa.


La cura di sé non è un premio da guadagnare dopo aver fatto tutto il resto: è ciò che ti permette di andare avanti, di vivere pienamente questo viaggio selvaggio, meraviglioso e imperfetto della genitorialità.

Fai spazio a te stesso nella storia della tua famiglia.

Non è egoismo: è saggezza.


Una tazza di caffè su un tavolo accanto a un post-it con scritto ‘Prendersi cura di sé non è egoismo’.


 
 
 

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