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Quando la nostra calma diventa la loro: come aiutare tuo figlio e tua figlia con la regolazione emotiva.

  • Immagine del redattore: Martina
    Martina
  • 2 ott
  • Tempo di lettura: 5 min

Negli ultimi anni parole come regolazione e disregolazione sono entrate sempre più nel nostro vocabolario. Personalmente, io le trovo utili perché descrivono lo stato emotivo di una persona, che sia adulto o bambino, senza giudicarla. Invece di etichettare un bambino come arrabbiato, o una bambina come frustrata o iper-eccitata (sì, anche quello è un segno di disregolazione), il termine disregolazione cattura l’essenza di un momento emotivo temporaneamente fuori equilibrio, senza aggiungere giudizio o "condannare solennemente".


Naturalmente, regolazione e disregolazione non sono semplicemente opposti. A me aiuta immaginarle come i due estremi di uno spettro: da un lato la regolazione, dall’altro la disregolazione, e in mezzo un’infinità di sfumature intermedie. La nostra esperienza umana è un fluire continuo dentro e fuori dallo stato di regolazione. E non servono grandi eventi per farci fluttuare: anche piccoli momenti quotidiani apparentemente insignificanti possono farci perdere l’equilibrio (rovesciarsi il caffè sui pantaloni appena arrivati al lavoro, non trovare le chiavi di casa, restare bloccati a un semaforo quando siamo già in ritardo). La nostra capacità di “ritrovare il centro” dipende da tantissimi fattori, ma potremmo dire che i più importanti sono la maturità emotiva, la resilienza e, naturalmente, l’età.


Ed è proprio il fattore età che, come in tanti aspetti del processo evolutivo dell'essere umano, introduce la differenza cruciale tra adulti e bambini. Il cervello e il sistema nervoso dei bambini e delle bambine sono ancora in fase di sviluppo fino ai vent’anni circa. Questo significa che i primi due decenni di vita sono dedicati soprattutto a imparare a regolarsi: riconoscere, nominare, accettare e gestire le emozioni; convivere con emozioni diverse nello stesso momento; e scoprire strategie per ritrovare l’equilibrio. Sono competenze che costituiscono le fondamenta della maturità emotiva e della resilienza.


Nota: molti adulti, anche con un sistema nervoso ormai maturo, non hanno mai imparato a regolarsi davvero. Spesso le radici sono nell’infanzia, negli ambienti emotivi in cui siamo cresciuti (consideriamo che oltre il 90% della crescita cerebrale avviene nei primi sei anni di vita, quando le esperienze tracciano i collegamenti celebrali che useremo per sempre). La buona notizia? Si può imparare in qualsiasi momento. Perché meglio tardi che mai.


Ora, vi dico già che questo post non contiene suggerimenti che non abbiate già sicuramente incontrato almeno una volta - in un libro sulla genitorialità, in un reel di Instagram o in un podcast. La mia intenzione è offrirvi una bussola, un punto di riferimento a cui tornare quando avete bisogno di ricordarvi le basi. E per basi non intendo cose semplici, ma fondamenta. E costruire fondamenta solide - sia per una casa che per il benessere emotivo dei bambini e delle bambine - non è mai davvero semplice.


Alcune verità umane sulla disregolazione.

  • Non esiste un essere umano che è sempre regolato emotivamente. Tutti viviamo momenti di disregolazione, e i genitori non fanno eccezione! Dietro ogni mamma o papà c’è una persona - con emozioni, fragilità e giornate difficili.

  • Se è vero che i genitori non sono immuni, è altrettanto vero che il nostro sistema nervoso è ormai formato. Questo significa che abbiamo la possibilità di praticare la nostra capacità di autoregolazione. Se non conosciamo ancora strategie che funzionino per noi, è nostra responsabilità prenderne atto e trovarne che funzionino per noi (possiamo farci aiutare dalla terapia, dal coaching, da percorsi di mindfulness, da tecniche di respiro consapevole o altre pratiche).

  • Non puntiamo alla perfezione, ma al progresso. Non riusciremo mai a ottenere tutto al 100%, e va bene così: nessuno ci riesce davvero, in nessun ambito. Ciò che conta è provare comunque, perché non iniziare significa avere già uno zero garantito. (Ricordiamoci sempre la differenza tra perfezione e perfezionarsi)


Come rimanere calmi quando tuo figlio è disregolato

Immagina il tuo sistema nervoso come un faro. Nella tempesta delle emozioni intense di tuo figlio o di tua figlia, lui o lei cerca quella luce stabile per ritrovare la rotta. Se la tua luce vacilla o si spegne, non potrà orientarsi.

Le emozioni forti di tuo figlio possono accendere le tue. Restare calmi non significa ignorare quello che proviamo, ma gestire il nostro stato per poter rispondere in modo utile. L’obiettivo è far in modo che tuo figlio si sintonizzi sulla tua calma, non che tu venga risucchiato nella sua tempesta.


Ecco alcune strategie pratiche:

  • Fermati un attimo prima di reagire. Bastano pochi secondi per interrompere una reazione automatica che rischia di far esplodere il conflitto. Conta fino a tre, respira o rimani in silenzio osservando. Quella pausa minima può fare la differenza tra una correzione calma e una discussione accesa che poi rimpiangerai.

  • Ascolta il tuo corpo. Spalle tese, mascella serrata, battito accelerato, calore che sale al collo… il corpo spesso segnala lo stress prima della mente. Notarlo è il primo passo per capire le nostre reazioni e trovare modi per scaricare la tensione.

  • Respira con intenzione. Il respiro profondo e regolare riequilibra il sistema nervoso più velocemente di qualsiasi discorso motivazionale. Prova: inspira contando fino a 4, trattieni per 2, espira contando fino a 6. Ripeti. Sembra banale, ma funziona davvero: è come premere un piccolo “tasto reset”.

  • Allontanati se serve. Se ti è possibile, rimuoverti fisicamente dalla situazione, anche solo per pochi secondi, puoi aiutarti a ritrovare presenza interna. Vai in un’altra stanza a fare tre respiri, bevi un bicchiere d’acqua o conta mentalmente. Tornare con più calma rende la tua guida più efficace.

  • Trova un mantra. Ripeterlo mentalmente ti àncora.

    • È solo un momento, non dura per sempre. → prospettiva

    • Se mi sta facendo fare fatica, è perché lei ne sta facendo più di me. → empatia

    • La mia calma alimenta la loro calma. → promemoria del tuo impatto

      Nota personale: la prima volta che ho letto il primo mantra, in versione inglese, ricordo che è come se una lampadina si fosse accesa nella mia testa. Da allora, quel mantra vive su un post-it sul nostro frigorifero!

  • Riconosci i tuoi trigger. Sapere in anticipo quali momenti sono più difficili (la mattina, i compiti, i pasti) ti permette di prepararti e ridurre l’impatto.

  • Costruisci una “riserva di calma”. Sonno, esercizio fisico, salute mentale, relazioni sostenibili e piccoli spazi di respiro quotidiani alimentano i nostri bisogni, ci nutrono, e di conseguenza aumentano la nostra capacità di restare centrati. È come mettere via energia emotiva: più ne accumuli, più ne hai a disposizione nei momenti critici.


Il messaggio finale

Aiutare nostra figlia o nostro figlio nel loro processo di regolazione emotiva comincia da noi adulti, e da come aiutiamo noi stessi in quei momenti. Il nostro ruolo di genitore non è “aggiustare” i loro sentimenti, ma offrirgli abbastanza calma per affrontarli insieme.

Concentrati prima sulle tue competenze: nota cosa ti aiuta a rimanere stabile e pratica quelle strategie. Ogni volta che ti fermi, respiri o ripeti un mantra, alleni la tua capacità di scegliere una risposta diversa.

E, quando non ci riesci, (nessuno è perfetto, sempre - non mi stancherò mai di dirlo), accogli la tua imperfezione con compassione e gentilezza verso di te.

Ricordati che puoi sempre riparare, riconnetterti e mostrare a tuo figlio o tua figlia come le relazioni si ricostruiscono dopo momenti difficili.


Faro che illumina una tempesta, guidando una piccola barca in sicurezza, simbolo della calma genitoriale e della regolazione emotiva dei bambini.

 
 
 

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